di Mariarosa Rigotti
La jota, minestra buona sempre ma che si apprezza soprattutto nelle giornate invernali, è un piatto che, quando l’assapori, non ne puoi più fare a meno.
Un piatto semplice, ma dal sapore deciso, molto apprezzato nella zona che faceva parte dell’Impero austriaco: Gorizia, Isontino, Bassa friulana orientale, Trieste.
Ma la jota la si trova, con piccole varianti, anche oltre confine, nella vicina Slovenia, oltre che nell’Istria croata.
La jota non è molto, se non per nulla conosciuta nel resto d’Italia.
Infatti, se c’è chi conosce uno degli elementi base, che la costituiscono, cioè i crauti, pochi, se non pochissimi, conoscono questa minestra.
Ma come si fa la jota?
Per essere sicuri, oltre a scavare nei ricordi e chiedere a chi ha esperienza di cucina, ci si può aiutare con qualche storica ricetta tratta da qualche vecchio libro dedicato alla cucina triestina.
Dunque, cominciando con gli ingredienti, servono:

200 grammi di fagioli,
250 di patate,
250 di crauti (capucci acidi),
una foglia di alloro,
10 cucchiai di olio extravergine di oliva,
a piacere una noce di burro,
semi di cumino,
2 cucchiai di farina,
aglio,
sale e pepe.

Ecco tutti gli ingredienti usati per preparare la jota.

Il tempo richiesto per l’elaborazione del piatto è di tre ore e mezza che, certamente può essere ridotto se si utilizzano crauti già cotti.
Infatti, c’è l’usanza di “riciclare” i crauti avanzati dopo averli apprezzati come contorno, e trasformarli, appunto, in minestra.
Mentre, venendo alla preparazione, occorre mettere a mollo nell’acqua i fagioli per circa due ore per poi lessarli.
Lessare pure le patate.
A parte bollire i crauti, coprendoli d’acqua, assieme a cumino e alloro, fino a quando non è prosciugata.
Il passaggio successivo è quello di soffriggere l’olio e la farina fino a farla diventare molto scura, scottare anche l’aglio e poi toglierlo.
Quindi, aggiungere i crauti mescolando un po’ e, poi, il resto degli ingredienti, oltre al sale e al pepe.
Fare bollire, a fuoco lento, ancora per 20 minuti.
Servire fumante, accompagnando questo piatto a una buona birra.
Infatti, le nonne consigliavano di non abbinarvi mai il vino, perché non si concilia con i crauti.

In copertina, la jota con crauti e fagioli pronta in tavola.
(Foto Daniel Longo)

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